Arte&Vino a Monteverro

Arte e vino continuano a coltivare la loro liaison, fatta di citazioni e punti di contatto semantici, di condivisione di un lessico con un duplice livello di lettura: due mondi che puntano all’eccellenza espressiva e che dialogano con il pubblico per raccontare “cosa sta dietro”, a un vino appunto o un’ispirazione artistica.

A questo dialogo crede fermamente Monteverro cantina gioiello sulla costa d’Argento, da sempre aperta alle contaminazioni tra ambiti, una predisposizione frutto anche dell’influenza della vicina Capalbio, la “piccola Atene”, con il suo importante passato storico e artistico – che anche quest’anno partecipa alla kermesse che vede le realtà enoiche capalbiesi ospitare al proprio interno l’opera di un artista, creando un percorso eno-artistico per promuovere il territorio.

Quest’anno a Monteverro è la volta di un’opera di Andrea Polichetti – romano, classe 1989 – che ha scelto un’installazione in ferro battuto verniciato a fuoco (“Senza Titolo” anno 2021). Un’opera inedita, mai utilizzata in altre manifestazioni che si staglierà tra le vigne di Cabernet Sauvignon, le più antiche della Tenuta.

Si tratta di una figura antropomorfa realizzata con tondini di ferro”, spiega l’artista stesso.  “L’idea è di lasciare intravedere lo spazio dietro, quindi la figura si staglia nel contesto naturale integrandosi tra vigna e cielo, mettendo in relazione lo spazio ed il disegno nella sua forma scultorea”. Il progetto è di un’opera che sappia armonizzarsi con il territorio che la ospita, esaltandone le caratteristiche che si possono scorgere tra la trama di ferro.

La scultura fa parte di una più vasta serie in ferro battuto. “Questi lavori affondano le radici in disegni realizzati nel 2018 attraverso l’uso del disegno automatico”, racconta Polichetti. “Ho elaborato un alfabeto segnico attraverso il quale ho composto delle figure antropomorfe ed architettoniche”. L’uso del ferro battuto è interpretato come estensione scultorea del disegno, “in cui tridimensionalità e bidimensionalità coesistono all’interno dello spazio”, conclude.