Bricco dei Guazzi, l’Alta Petit del Monferrato

Nel borgo medievale di Olivola l’arte della vinificazione si intreccia da sempre alla sostenibilità ambientale e sociale, in un forte connubio tra natura, persone e architettura. Bricco dei Guazzi si trova sulla cima di una collina, meglio nota in dialetto piemontese come bric, incastonata in trentatré ettari di vigneti affacciati sull’arco alpino occidentale, in un susseguirsi di boschi, pascoli e campi a seminativo.

La prima cantina risale al 1400 e le tracce delle tecniche e degli strumenti utilizzati in passato per vinificare sono ancora visibili all’interno dell’azienda: è presente una botte originale in legno da 200 ettolitri, costruita sul posto, e le vasche di fermentazione in muratura scavate sotto la corte della villa, dove i carri scaricavano l’uva lavorata poi “in caduta”. Caratteristici del territorio, gli infernot di Bricco dei Guazzi sono raccordati ad una galleria che porta al cortile e sono facilmente visitabili tramite il Circuito degli infernot che si snoda in 9 comuni del territorio, dichiarato patrimonio UNESCO dal 2015. 

I vigneti cru di Barbera e Albarossa censiti da Veronelli, il terroir del bric e i nobili antenati fanno parte dell’identità di Bricco dei Guazzi e del suo motto “alta petit” , ovvero puntare all’eccellenza, attraverso la crescita e la continua innovazione. Nei suoi oltre seicento anni di storia, la tenuta è sempre stata in grado di veicolare un territorio caratteristico come il Monferrato attraverso vini fortemente identitari, ospitati in vigneti che mantengono il proprio nome storico, quali il San Gonino (conosciuto anche come Cedro, dal nome della pianta secolare) e La Presidenta , definiti da Veronelli cru molto buoni.