I Vini del grande Vulcano

I Vini del grande Vulcano

Un’isola nell’isola”. Il territorio dell’Etna è definito in questo modo e i motivi sono indubbiamente molteplici, il primo dei quali, naturalmente, risiede nel fatto che la zona vinicola del Monte Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, ha caratteristiche profondamente diverse rispetto a quelle del resto della Sicilia.

Gli abitanti lo chiamano “Iddu”, con un tono di rispettoso timore. In effetti l’Etna concede molto dal punto di vista della ricchezza dei terreni e della variabilità del clima, elementi fondamentali all’elaborazione di vini di prestigio, ma in una notte sola ti può togliere tutto, come accadde nel 1981, con la lava che lambì le soglie del paese di Randazzo, falciando in un colpo solo ettari ed ettari di vigne. Con i suoi 3300 metri di altitudine e i 45 km di diametro del suo cono, l’Etna è il vulcano più imponente del bacino mediterraneo.

Terroir vinicolo per eccellenza

L’Etna, con i suoi vigneti, con i suoi paesaggi, le sue vallate, è diventato il quarantottesimo sito italiano (55 nel 2019) ad annoverarsi nell’albo dei “Patrimoni dell’umanità Unesco”.

Nella zona etnea si trovano rappresentati, nel giro di alcune decine di chilometri, paesaggi naturalistici ed agricoli che vanno dal sub-tropicale a quelli prettamente montani.

La vite e la produzione del vino sono presenti in questa zona da tempi remoti e celebrati dalla storia, basti pensare al vino con cui Ulisse ubriacò Polifemo, L’Etna è stata la prima denominazione di origine controllata ad ottenere il riconoscimento della denominazione di origine, nel 1968.

Un terreno articolato: i Versanti dell’Etna

Se la presenza del vulcano è il comune denominatore di tutta la denominazione, la presenza di versanti differenti sui quali viene praticata la viticoltura, ciascuno con le proprie contrade (ben 133 contrade equiparabili alle Menzioni Geografiche Aggiuntive), è invece il fattore che crea discontinuità e al tempo stesso dona diversità e unicità ai vini di questo territorio.

L’area della DOC, che si estende a forma di semicerchio avvolgendo il vulcano da nord a sudovest in senso orario, è caratterizzata da una grande variabilità in termini di esposizione (e dunque intensità e durata dell’esposizione solare), altitudine, piovosità, ventilazione, escursione termica e tipologia di suolo vulcanico. Ecco perché, da contrada a contrada, le peculiarità dei vigneti possono differenziarsi in modo anche importante tra loro.

Il Versante Nord è il territorio che ospita il maggior numero di produttori della DOC, grazie alla sua vasta area vitabile o già vitata, alla sua conformazione caratterizzata anche da pendenze più docili ed alla sua spiccata vocazione.  Caratterizzato da un clima relativamente più rigido, mitigato in parte dalla protezione assicurata dalle catene montuose dei Peloritani e dei Nebrodi, è il versante con il limite massimo di altitudine più basso (800 m s.l.m.). Notevole l’escursione termica. Vi si coltiva prevalentemente il Nerello Mascalese ma nell’ultimo decennio si è molto diffuso il Carricante, entrambi allevati sia ad alberello che a spalliera.

Il Versante Est è estremamente ripido, degradante verso il mar Ionio, elemento che rende unico questo territorio nel panorama della DOC etnea e ne condiziona paesaggio e clima. Questo fianco dell’Etna incastonato tra mare e vulcano è caratterizzato da maggiore piovosità ma anche da notevolissima ventilazione. Prevalgono piccoli e medi terrazzamenti e vigneti allevati ad alberello, che arrivano a sfiorare i 900 metri s.l.m. che rappresentano il limite massimo di altitudine. È l’unico versante in cui la presenza del Carricante è notevolmente superiore a quella del Nerello Mascalese.

Il Versante Sud-est è caratterizzato dalla presenza di numerosissimi coni eruttivi spenti, che ospitano i vigneti più ad alta quota, questo versante beneficia sia dell’influenza del mare che di una eccellente luminosità. Per via della sua conformazione, è molto diffuso il sistema di allevamento ad alberello. Sia il Nerello Mascalese che il Carricante trovano condizioni ideali, raggiungendo una maturazione ideale con grande regolarità.

Il Versante Sud-ovest gode di una notevolissima escursione termica, vista la distanza dal mare, specialmente alle quote più alte, che qui possono superare i 1.000 metri. Meno piovoso di altri territori dell’Etna DOC e battuto da venti più caldi, questo territorio gode di grande intensità di luce e di una esposizione ai raggi solari molto lunga. Eccellenti le condizioni pedoclimatiche per la coltivazione del Nerello Cappuccio e del Carricante, qui molto diffuso così come il Nerello Mascalese.

Una viticoltura eroica punta di diamante dell’enologia catanese

Tra i fattori più importanti, la composizione di origine vulcanica dei terreni, a volte ciottolosi e ghiaiosi, a volte invece sabbiosi, o meglio cinerei. A questo bisogna aggiungere le grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte, che arrivano anche a 20-25 gradi proprio a causa della presenza della “A Muntagna”, come viene chiamata dai catanesi.

L’età delle viti non è un fattore secondario, anzi: nel territorio etneo si trovano alcuni dei vigneti più vecchi allevati in Italia, addirittura più che centenari e ancora a piede franco.

I vitigni autoctoni, selezionati dal viticoltore nei secoli per i diversi ambienti dell’Etna, tranne nel caso del Nerello Mascalese diffusosi nel resto della Sicilia, sono coltivati esclusivamente nel territorio etneo o addirittura solo in alcune contrade di esso.

Sono quattro vitigni che caratterizzano la produzione dei vini della denominazione Etna DOC. Il Nerello Mascalese, varietà autoctona etnea e Nerello Cappuccio per i vini rossi, rosati e spumanti, Carricante, anch’esso autoctono dell’Etna e, in misura nettamente minore, Catarratto, per i vini bianchi.

Antonio Benanti, il Presidente del Consorzio

La viticoltura etnea è  la punta di diamante dell’enologia catanese, poco conosciuta fino ad oggi, invece è proprio alle pendici dell’Etna che in questi ultimi 20 anni è partito il rinascimento della viticoltura della Provincia di Catania, grazie alla lungimiranza di alcune aziende siciliane affermate, che hanno investito in nuovi vigneti e cantine in questo territorio.

Il Consorzio per la Tutela dei Vini Etna DOC è nato nel 1994 e nel febbraio 2018 ha ottenuto il cosiddetto riconoscimento “Erga Omnes”, grazie alla sua notevole rappresentatività, che gli consente di svolgere le funzioni di tutela, promozione e valorizzazione della denominazione. Ne fanno parte ad oggi 172 produttori (tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori).