La Fondazione Edmund Mach, caposaldo della ricerca agraria e vitivinicola in Italia

L’Istituto agrario di S.Michele all’Adige, oggi Fondazione Edmund Mach, oltre ad essere stato un caposaldo della ricerca agraria e vitivinicola in Italia, ha una storia estremamente affascinante, che in pochi conoscono, ma che oggi alle soglie della trasformazione, viene  raccontata in una preziosa pubblicazione.

Fondato per volontà della Dieta regionale tirolese di Innsbruc nel 1874, la sua costituzione rappresenta una tappa del progetto di istruzione e formazione per agricoltori che Vienna aveva già intrapreso con la fondazione della scuola di Klosterneuburg nel 1860. La scuola agraria di S. Michele all’Adige nacque con una formula assolutamente originale. L’insegnamento infatti si accompagnava alla formazione sul campo all’interno dell’annessa azienda agraria, dove gli studenti potevano svolgere attività pratiche.

La doppia attività dell’Istituto, cioè essere scuola e stazione sperimentale, venne fin dal principio evidenziata da Edmund Mach, che a buon grado può essere definito il fondatore dell’Istituto. La scuola iniziò la sua attività nel 1874 e si configurava come un corso biennale inferiore. Gli studenti si dividevano in ordinari interni, ammessi dalla Giunta provinciale su proposta del direttore, ordinari esterni (che alloggiavano fuori dall’Istituto) e straordinari (giovani che volevano istruirsi nei singoli rami).

Gli studenti si alzavano alle 5, assistevano alla messa, facevano colazione ed iniziavano l’istruzione alle 6, che durava 12 ore tra teoria e pratica. Alle 20.30 e 21 d’estate andavano a dormire. Gli insegnamenti erano quelli stabiliti dallo Statuto della scuola, oltre alle materie di carattere generale si approfondivano tutte le materie scientifiche legata all’Agronomia.  All’enologia erano dedicate dalle 5 alle 8 ore settimanali con prove pratiche in cantina e degustazioni di vini. In particolare grande attenzione era dedicata allo studio delle malattie crittogamiche e ai parassiti della vite che in quegli anni infestavano i vigneti di tutta Europa: oidium, peronospora, tracnosi e la terribile fillossera.

Fra i mezzi didattici, oltre al podere, cantina, caseificio, laboratori, ecc vi era la biblioteca (con quasi 1500 volumi tecnico-agrari nel 1886, oltre a 58 periodici). Gli alunni dovevano frequentare le escursioni annuali nei vigneti di Caldaro, Lana, Merano; nei caseifici, presso la pescicoltura di Torbole, i frantoi di Varone, la manifattura di tabacchi di Sacco, ecc.

Riguardo alla cantina, la maggior parte del vino veniva venduto come vino da pasto, ma soprattutto nel caso di Traminer, Riesling, Borgogna bianco e nero, Cabernet e Teroldego, veniva venduto anche in bottiglia. I vigneti introno alla Scuola occupavano ben 15 ha di terreno, vi erano anche dei vivai dove venivano prodotte talee, oltre ai portinnesti di viti americane per contrastare la fillossera.

Dopo qualche anno dall’esordio, l’Istituto organizzò corsi speciali, della durata dalle due ad otto settimane, erano per lo più corsi pratici. Tra questi alcuni corsi d’innesto sulle viti, e corsi speciali di viticoltura ed enologia, in coincidenza con le vendemmie e con l’incantinamento.

Durante la prima Guerra Mondiale l’Istituto rimase praticamente inattivo, diventando sede di una caserma e un ospedale. Negli ultimi giorni di guerra venne invece saccheggiato da truppe austriache in ritirata. Sparirono tutte le bottiglie di vecchi vini, circa 5000, che formavano una raccolta importantissima, perché rappresentavano la produzione dell’Istituto dal 1880 al 1914.

Nell’immediato dopoguerra l’Istituto passò al nuovo Stato italiano e quindi alla Provincia della Venezia Tridentina. La direzione fu affidata ad Osvaldo Orsi e l’insegnamento della viticoltura ebbe diversi successori: Dalmasso, Cacciatore, Canotti. La scuola aprì i battenti nel marzo 1919. La scuola diventò Scuola agraria triennale consorziale, senza però grandi mutamenti fino al 1933 quando fu dato un nuovo ordinamento, che la portò ad essere sottoposta al Ministero della Pubblica Istruzione, diventando Scuola Tecnica agraria.

La Stazione sperimentale fu posta invece sotto la vigilanza del Ministero dell’Agricoltura e Foreste. Dopo la seconda guerra mondiale, anche l’Ist. di S. Michele rientrò sotto la legge Costituzionale relativa all’Istituto speciale per il Trentino-Alto Adige. Furono anni grami per gli insufficienti finanziamenti, tanto che la Stazione sperimentale, staccatasi dall’Istituto, diventò nel 1963 Stazione sperimentale agraria regionale. Nel frattempo la Scuola Tecnica agraria fu trasformata in Istituto professionale agrario triennale specializzato in viticoltura ed enologia, che entrò in attività nell’anno scolastico 1960/61. La riorganizzazione dell’Ente fu comunque lenta e giunse solo con un decreto del 1988 che prevedeva lo scioglimento del Consorzio nato nel 1926.

Solo con la legge provinciale del novembre 1990, relativa al nuovo Istituto agrario di S.Michele si riunificarono la scuola e la stazione sperimentale. Si giunge infine all’ultimo atto della trasformazione dell’Istituto, costituito dalla Legge Provinciale n.14 dell’agosto 2005, in cui si costituisce la fondazione Edmund Mach, al nuovo ente è riconosciuta “la personalità giuridica di diritto privato”. L’Istituto agrario di S.Michele all’Adige viene quindi soppresso! La Fondazione Edmund Mach inizia quindi la sua attività a partire dal 1 gennaio 2008.

https://www.fmach.it/