Le minacce al made in Italy della burocrazia neosalutista

Il fronte del “Patto di Spello” (Città del Vino, Unione Italiana Vini, Movimento Turismo del Vino, Città dell’Olio, Federazione italiana Strade del Vino e Movimento Turismo dell’Olio) chiede a gran voce ai parlamentari italiani in Europa di farsi promotori delle istanze dei nostri territori affinché le politiche di prevenzione contro il cancro e per la tutela della salute non si trasformino in battaglie ideologiche a danno delle produzioni tipiche.

“Siamo davanti a una minaccia seria per i nostri territori e per l’agroalimentare di qualità – avvisa il presidente di Città del Vino, Angelo Radica -. Se da un lato è indiscutibile difendere la salute e informare correttamente il consumatore, dall’altro con queste misure miopi che non distinguono il vino dall’alcol in generale e che sottostimano i valori culturali e nutritivi di tanti prodotti della dieta mediterranea si rischia di fare più male che bene a un intero comparto. Soltanto l’enoturismo – evidenzia Radica – vale oltre 2,5 miliardi di euro di fatturato, come rilevato prima della pandemia dal nostro Osservatorio sul Turismo del Vino. I prodotti tipici e su tutti il vino non sono certo attentati alla salute pubblica, ma espressioni di un saper fare e di una cultura secolari”. 

La Commissione Ue ha pubblicato – si legge nella lettera aperta del Patto di Spello –  il documento per l’accesso ai fondi di promozione dei prodotti agricoli per un budget di oltre 176 milioni di euro, inserendo tra i criteri di accesso alle risorse l’allineamento al piano comunitario di lotta al cancro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel piano d’azione di lotta contro l’alcol, prevede misure analoghe, con l’obiettivo di ridurre del 20% il consumo di alcol entro il 2030.

A tutto questo si aggiunge il Piano di lavoro 2022 sulla promozione in agricoltura, approvato dalla Commissione Ue, e che attribuisce punteggi ai progetti in base alle indicazioni del piano anticancro. Alla luce di queste novità, se non saranno apportate modifiche, i produttori di vino (e di salumi, carni rosse, etc.) si vedranno decurtare il punteggio d’ammissione alle graduatorie dei bandi di promozione comunitari.