Racconto scritto probabilmente dal Sig. Carluccio Negri nel 1944 e ritrovato nell’Archivio Storico della Casa Vinicola Nino Negri e pubblicato nel volume “Valtellina, la vite, il vino, il paesaggio” , ed. Amici dell’Accademia, Sondrio (2013).
Egli sedeva davanti alla sua casetta, fumava la pipa e scrutava le rocce, di fronte, della ripida parete nord del Calanda per trovarsi, come egli disse con arguzia, un buon camoscio per il primo giorno di caccia.
Io mi sedetti vicino a lui sulla panca e gli domandai un poco incredulo se egli praticasse ancora veramente questa faticosa caccia al camoscio.
“Non solo pratico la caccia al camoscio ma anche la caccia bassa, spesso e volentieri” fu la risposta.
“Quanti anni ha?”
“Sono nato nel 1862 e presto finirò il mio 82° anno, ma se lei vuol sapere così tanto di me allora possiamo sederci nella veranda e bere assieme un bicchiere di vino”.
Mi disse pressappoco così: “Il mio povero padre fondò nell’anno 1862 a Tamins una piccola azienda vinicola, dopo che già per alcuni anni aveva curato per suo zio l’importazione del vino e si era fatto notare come un eccellente conoscitore di vini e degustatore. Aveva un buon nome, come tale, specialmente in Valtellina. Era nel tempo in cui non si conosceva ancora la misura a litri e il vino si misurava ancora per “sanm”. Un “sanm” contiene cento boccali e un boccale secondo il calcolo odierno vale pressappoco un litro e mezzo. Dal mezzo “boccale” proviene l’odierna bottiglia da 7 decilitri.
Galleria del Gottardo
Così avvenne che da quando avevo diciotto anni- con un solo intervallo di due anni di cui ebbi bisogno per imparare la lingua italiana – sono sempre stato efficiente nel commercio dei vini di Valtellina, Lei vede dunque davanti a sé un uomo che ha dietro di sé ormai 62 anni di attività nel commercio dei vini ed è rimasto sano e forte. Presto mio padre mi condusse con sé in Valtellina per l’importazione. Là imparai sotto la sua guida a conoscere il paese, la gente e specialmente le buone posizioni vinicole e le più note cantine.
Imparai a giudicare il vino dal profumo e dalla qualità e poiché mio padre era contento delle mie compere mi cedette il posto di comando quand’ero ancora molto giovane. Già da allora eravamo in relazione con un sensale degno di fiducia e fedele che teneva molto ai nostri interessi. Oggi sono quasi 100 anni che siamo in relazione sempre con la stessa famiglia, attualmente, con la quarta generazione. Queste sono relazioni d’ affari fondate sulla fedeltà e sulla fiducia! Le usanze commerciali nel commercio vinicolo in Valtellina sono sempre le stesse, tranne che nel sistema di pagamento che è stato cambiato dall’introduzione del clearing.
Il sensale è mediatore e uomo di fiducia del compratore e del venditore, egli notifica il contratto di compera, paga la caparra, si prende cura dei vini comperati e infine si occupa della spedizione.
Banditi
Si raccontava che durante uno di questi assalti alle poste una signora molto sveglia lasciò scivolare il suo denaro sotto la giacchetta del suo bambino piccolo e quando i banditi la obbligarono a consegnare il denaro, rispose che non aveva niente altro oltre al suo bambino e questo non l’avrebbe consegnato per niente al mondo. Così le era riuscito di salvare il suo denaro.
Si partiva al mattino molto presto da Coira con la posta, a Thusis c’era il primo cambio dei cavalli e sullo Spluga il secondo, poi si proseguiva per Chiavenna e da qui per Colico, dove nella tarda sera si aveva una coincidenza sulla linea ferroviaria Milano-Sondrio allora appena aperta e a mezzanotte circa si arrivava a Sondrio.
Il viaggio sulla slitta postale attraverso le vallate invernali dei Grigioni, spesso con tempeste di neve e freddo ghiacciato attraverso lo Spluga, era certamente romantico, ma spesso anche molto disagiato.
Semi congelati si arrivava all’ospizio dello Spluga, che delizioso gusto avevano allora la calda minestra di carne di capra e l’aromatico Valtellina!
Qualche volta il postiglione e il conduttore venivano invitati al tavolo come ospiti, e dopo che tutta la compagnia dei viaggiatori si era rinforzata e riscaldata, veniva ripreso il viaggio attraverso il gelido inverno alpino.
Riconoscente mi congedai dal mio simpatico vecchio ospite, che sapeva attingere da così vasti ricordi e raccontarli tanto semplicemente. Quale freschezza di spirito e di mente a 82 anni! La prova personificata che il buon vino mantiene giovani.