La Valtellina è oggi per antonomasia una terra da vini rossi, nonostante numerosi documenti storici testimonino che nel passato si producessero vini bianchi, addirittura passiti o vini di paglia, da cui poi sarebbe in seguito derivata la produzione di Sforzato. Dalle preziose ricerche di Diego Zoia, studioso di Tirano (So), apprendiamo da un documento del 1724, che il “vino di paglia” era disponibile dopo la prima decina di dicembre.
Era l’Aromatico di cui scriveva tempo dopo l’ abate Francesco Saverio Quadrio, nelle celebri “Dissertazioni critico-storiche intorno alla Rezia di qua dalle Alpi” (1755): “Parlo qui di quel vino detto Aromatico, che è vin di regalo; né già è così nominato, perché sia con aromi a quella perfezione condotto, come suppongono molti fuor di Paese. Esso è affatto naturale e sincero; ma che da scelte uve e lasciate bene prima appassire, espresso acquista per se medesimo e dal dolce aere, quella fragranza e vigore che il rende delizia de’ pranzi e fin medicina de’ mali”.
Di struttura cinquecentesca, presentava un porticato e un loggiato su due piani con colonne in pietra verde e arcate a tutto sesto, vasti saloni a volta, capienti cantine e una profonda ghiaccia, la giazzera. Nel 1513, venivano poste le colonne a delimitazione del porticato e i lavori avevano visto un’accelerazione dopo il privilegio concesso per tenere la fiera di San Michele. La struttura era stata per secoli il principale punto di riferimento dei Grigioni in Valtellina e lo stesso valeva per i tanti mercanti, gli stessi ufficiali delle Tre Leghe, sino ai devoti fedeli oppure semplici viaggiatori.
Infine anche Cesare Cantù nella sua Grande Illustrazione del lombardo veneto, parlò di vino sforzato di Tirano, Villa, Bianzone e di aromatico “che massime a Chiavenna faceasi d’uva appassita e teneasi in botti che non si vuotavano mai, ma ogni anni si rincapellavano”.
La storia più bella di oggi è che alcune cantine della Valtellina hanno provato a vinificare, in gran segreto, l’Aromatico…?
* Diego Zoia, “Vite e Vino in Valtellina e Valchiavenna”, 2004, www.officinadellibro.com