Ruffino ha presentato ufficialmente il suo terzo bilancio di sostenibilità relativo all’anno fiscale 2021, concluso lo scorso 28 febbraio. E lo fa nella sua casa, a Bagno a Ripoli, dalla Tenuta Poggio Casciano, a sottolineare ancora di più il legame di Ruffino alle proprie radici, al territorio e al contesto ambientale e sociale in cui opera, pur sempre con il consueto sguardo di apertura globale.
È Sandro Sartor, presidente di Ruffino a sottolineare come quello della storica azienda vitivinicola toscana sia un percorso di crescita sempre nella consapevolezza del proprio ruolo, nel nome di principi prima di tutto etici e non solo economici. Una terza edizione del bilancio che porta con sé la revisione della matrice di priorità, quelle che il consumatore stesso si aspetta.
Salute che non è in antitesi all’economia ma complementare a quest’ultima: una salute di equità, di corretto rapporto con la società stessa. La direzione è quella di lavorare con un approccio sistemico, concezione che si ritrova nel bilancio stesso dove la sostenibilità è stata integrata all’interno del piano strategico e degli obiettivi aziendali. Ne consegue la necessità che i principi etici e morali debbano essere comunicati con chiarezza a tutte le funzioni aziendali e in particolare ai membri della supply chain, affinché si possa essere di ispirazione, non prima di esserne stati promotori.