Myrtha Emilio Theo Elisabetta Rainer (mētēr dal greco antico ‘madre’ – terra) sono le ultime cinque parole che concludono IL PENTAGON, il Memoriala di Rainer Zierock. Un’opera, dedicata alla comprensione agro filosofica della vite e del vino, uno scritto intenso, espressione di una visione dell’agricoltura che fa riflettere.
Tutta la Val d’Adige è una via dall’antico passaggio, che ha permesso ai prodotti della Piana Rotaliana un commercio estensivo europeo e non preclusivo italiano. La zona è rappresentativa di varietà autoctone ricche di antociani, quali Teroldego, Marzemino, Lambrusco a foglia frastagliata, dall’avido tannino, alla ricchezza di colore, considerati i vini blu, tintori dei vini d’alta Europa. Presente un mercantilismo viticolo storico già nel 1200-1300.
Il triangolo al lato EST – il fiume Adige, il lato OVEST – è rappresentato da pareti montuose attraversate dal torrente Noce, che con le sue alluvioni ha trasformato il proprio conoide di deiezione in una grande pianura, dalla particolare struttura d’un banco di ghiaia e ciottoli, ricco di scheletro. Il soprassuolo è il risultato di un secolare lavoro intrapreso dall’uomo mediante l’apporto di un sottile strato di sabbia e limo. La deriva del sole determina un cono d’ombra alla Piana, causando la differenza di esposizione solare alle sponde montane.
Il Teroldego è una varietà rustica, l’acidità lo trascina ad un buon invecchiamento. Buccia robusta, vive bene sulla sabbia grazie alla presenza delle doline creanti un circolo di ventilazione idonea alla sanità del frutto, che asciugano la Piana Rotaliana. Zona pregiata per le vigne è Maso Scari – Cru storico del primo imbottigliamento del Foradori19.
Theo Zierock sposa l’assaggio tattile, quella percezione che va oltre il profumo e le caratteristiche organolettiche, si spinge nella sublimazione estrema del percettore di gradimento personale, che viene a svilupparsi con gradienti di piacevolezza attribuiti ad una sensibilizzazione personale inaspettata. L’attività di macerazione avviene in anfore panciute spagnole di terracotta, dove svolge un’infusione sulle bucce.
Svinate le anfore panciute a marzo, dove assembla un mosaico stabile per il decanto in cemento, la materia prima riposa in anfora cilindrica per circa un anno. Quest’ultime non adatte alla macerazione, fungono da culla per un affinamento garante d’espressione del terroir.
Tra gli assaggi in tripla verticale alcuni cru dell’Azienda:
Teroldego Granato 2010: rosso rubino intenso, fili granati, ampio e profondo. All’olfatto un bouquet fruttato di sottobosco a piccole essenze, mora selvatica, lampone mirtillo, spezie e note di caffè cuoio e liquirizia. L’approccio svolge ad un gusto possente, vivace e minerale. Un vino elegante, di buona piacevolezza, dal retrogusto importante e di lunga persistenza. Materico al palato, un tannino graffiante che deve ancora sciogliersi, in grado di rendere un prodotto di estrema qualità.
Teroldego Morei 2018- Teroldego Morei 2015- Teroldego Morei 2013
Teroldego Sgarzon 2018- Teroldego Sgarzon 2015- Teroldego Sgarzon 2013
Teroldego Granato 2019
Paola Ghisi – Onav Mantova